Cosa ne sanno questi dei giornali, cosa ne sanno del destino dell'uomo! Cosa scrivono oggi i giornali? "Nulla di nuovo! L'attività del cannone." Che ironia!
Karel Jagodič
Il periodo della guerra era stato diviso in due mondi paralleli che si trovavano fianco a fianco, incrociati e complementari, dove però le vita era separata e significativamente diversa. Una era la vita militare al fronte ed in trincea, l'altra si svolgeva più o meno indisturbata lontana dalle uccisioni e la crudele quotidianità militare. Anche se i civili, attraverso i giornali, la posta e le testimonianze personali dei soldati erano ben informati su quanto stava accadendo sul fronte, non potevano comprendere i reali orrori e l'assurdità della guerra. I motivi per questo erano svariati. I governi erano riusciti a mantenere il controllo attraverso una rigida censura tutte le pubblicazioni, i giornali, la produzione di film e altre forme di comunicazione dell'epoca. Per i media pubblici era stata vietata fin dal primo giorno qualsiasi scrittura negativa e critica sulla guerra e gli eventi ad essa correlati. Avevano infatti il compito di elogiare solamente le vittorie ed i successi ottenuti dall'esercito nazionale, mentre veniva descritto in modo negativo e derisa l'attività del nemico e delle sue unità. Molti giornali che non rispettavano le nuove regole erano stati pertanto revocati, mentre erano emersi molti nuovi settimanali con tendenze populistiche, che seguivano fedelmente gli interessi della propaganda da parte del governo e dell'esercito.
L'opinione pubblica veniva monitorata e manipolata con accesso alla sfera personale attraverso la posta che viaggiava tra il fronte e l'entroterra. Con la scusa della sicurezza pubblica era stato definito con precisione di cosa e come i soldati potevano scrivere e ciò che poteva contenere le lettere e cartoline inviate dai civili.. Era vietato indicare i nomi dei luoghi e scrivere sui movimenti dell'esercito e le sue posizioni, non era consentito parlare di aspetti negativi della vita militare e non era gradita nemmeno avanzare critiche sulla politica e monarchia di quei tempi. Divieti simili venivano applicati anche per l'espressione nei vari luoghi pubblici, dove le autorità controllavano appositamente per lo più i soldati che venivano in congedo regolare o i malati. Veniva considerato che una descrizione dettagliata della vita e degli orrori che avevano vissuto in trincea, avrebbe rappresentato, per le persone del posto, agitazione ed ansia, minando il sostegno alla guerra ed arrecando un generale effetto negativo sulle persone.
Veniva anche considerato che divulgare un certo ottimismo tra la gente fosse molto importante per il proseguimento del conflitto, perché ciò riusciva a prevenire disordini e panico tra la gente, assicurando un flusso costante di nuovi soldati, denaro e beni. A tal fine, le autorità nazionali, le associazioni e le comunità religiose avevano il compito di predisporre vari eventi pubblici e campagne di raccolta di vari prodotti, e di creare organizzazioni specifiche che si occupassero di ridurre al minimo le conseguenze della guerra. Ogni tipo di attività era stata supportata da campagne pubblicitarie ben organizzate che, attraverso i giornali, manifesti ed altri materiali promozionali, con sofisticati slogan pubblicitari, incoraggiavano il patriottismo bussando direttamente al cuore delle persone, al fine di rafforzare o mantenere il sostegno alla guerra.
Il compito di questi principi di propaganda militare-governativa era anche la notifica ufficiale delle morti o dei diversi destini dei soldati. In caso di morte, i familiari ricevevano solitamente una notifica molto scarna, indicante la data e forse il luogo di morte. In alcuni casi, oltre alla notifica ufficiale ricevevano anche una lettera dal cappellano militare, compagno militare o superiori, in cui erano descritte le dinamiche della morte. Naturalmente, anche gli autori di queste notifiche evitavano di indicare dettagli terribili riguardante la morte, tentando di consolare i familiari del defunto con parole riguardanti una morte rapida, indolore ed eroica. Anche le notifiche riguardanti i soldati scomparsi o resi prigionieri erano simili. Questi ultimi, se non si ammalavano o morivano, attraverso la Croce Rossa tornavano presto a casa dai loro familiari, mentre per molti dispersi le tracce si erano perse per sempre.